Agli appassionati di tematiche spaziali, meglio connotati come “Space enthusiasts”, non sarà di certo sfuggita la presenza sempre più crescente dell’Italia nel settore dell’esplorazione spaziale, nonché in orbita bassa. Le aziende affioranti nell’aerospazio sono in continuo aumento, inglobate e guidate da realtà industriali divenute ormai leader in settori strategici o, talvolta, pioniere su altri fronti e che cercano di farsi strada man mano.
Di questa consapevolezza non è certa ancora una gran fetta di pubblico che, però, risponde con entusiasmo quando raggiunta dalle sopracitate informazioni. Motivo, questo, che mi spinge ancora a parlare della presenza dell’Italia nella space economy mondiale, attraverso un percorso che toccherà alcuni punti di particolare rilevanza, con un focus sulla Luna.
Il programma spaziale Artemis, di insediamento lunare a lunga permanenza, portato avanti principalmente dalla NASA, che prevede di far sbarcare nuovamente la razza umana sul nostro satellite naturale, estendendo l’opportunità oltre il genere maschile, unico protagonista delle missioni Apollo, a creare un’infrastruttura abitativa internazionale, che consenta di poter risiedere sulla Luna per tempi prolungati.
Il fine del programma è quello di sviluppare e testare le tecnologie che consentano alla razza umana di vivere al di fuori del nostro pianeta. In parte ciò avviene già da tempo sulla Stazione Spaziale Internazionale; tuttavia, si tratta di un luogo ancora vicino alla Terra, “facilmente” raggiungibile e protetto dall’ambiente esterno, dove gli astronauti hanno occasione di recarsi solo durante le attività extra-veicolari (EVA).
Le tecnologie sviluppate e validate con il programma Artemis permetteranno di rendere l’umanità in grado di sopravvivere, e in un futuro vivere, completamente al di fuori del nostro pianeta, nello Spazio profondo, dove mandare aiuti dalla Terra richiede tempi non compatibili con una risposta “immediata” e costi troppo elevati: oggi sulla Luna, domani su Marte.
Perché questo sia possibile, il programma prevede lo sviluppo di una stazione spaziale orbitante attorno alla Luna, chiamata Lunar Gateway, che funga da avamposto per astronauti e per il carico che viaggerà da e per la Terra. Una stazione paragonabile alla ISS, dove attualmente si svolgono programmi di ricerca scientifica, ma in orbita cislunare e con una funzione diversa.
Ed ecco che l’Italia è ben presente già in questa prima fase, di concerto con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con 3 sui 4 moduli principali che costituiranno il Lunar Gateway, grazie all’azienda Thales Alenia Space (TAS) che vanta una consolidata esperienza sui moduli della ISS. Di seguito gli elementi di presenza TAS.
ESPRIT (European System Providing Refuelling, Infrastructure and Telecommunications), un modulo costituito a sua volta da due elementi:
1._ERM (ESPRIT Refuelling Module) che conterrà i serbatoi di rifornimento di Xenon e propellente, disporrà di punti di attracco e di un passaggio finestrato a 360° stile Cupola (modulo finestrato della ISS, fornito dalla stessa TAS)
2. HLCS (Halo Lunar Communication System) che garantirà le comunicazioni tra il Gateway e la Luna ad astronauti e sistemi robotici, quali i rover.
3. I-HAB (International-Habitation module), modulo abitativo per astronauti, dotato di 4 punti attracco e di spazi per la permanenza a bordo, necessari per dormire, cucinare e tenersi in allenamento.
4. Partnership con l’americana Northrop Grumman per la costruzione di HALO (Habitation and Logistic Outpost), il primo dei due elementi che costituiranno il Gateway, basato sul modulo Cygnus fornito da TAS.
L’ESA è, oltremodo, coinvolta in Artemis ancora prima della costruzione del Lunar Gateway con la capsula Orion che ospiterà a bordo gli astronauti del programma e per la quale fornisce il modulo di servizio ESM (European Service Module), già validato con la missione Artemis I a novembre 2022, dove a simulare la presenza umana erano manichini dotati di sensori.
L’Italia partecipa tramite TAS con la struttura primaria e secondaria, il controllo termico, di supporto alla vita e la protezione meteoritica.
Sempre per Orion, l’azienda Leonardo fornisce i pannelli fotovoltaici (PVA) e le unità di controllo e distribuzione dell’alimentazione (PCDU), per tutti i moduli ESM, che vanno da 1 a 6.
La partecipazione italiana ad Artemis si sviluppa anche grazie al fondamentale contributo e l'importante lavoro di cooperazione tra l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'industria italiana e le numerose piccole e medie imprese. Il tricolore è stato presente a bordo di SLS grazie anche al cubesat dell'ASI Argomoon, realizzato da Argotec.
Unico satellite europeo ad essere andato in orbita lunare, Argomoon è un osservatore spaziale a cui è stato affidato il compito di riprendere dall’esterno le tecnologie che hanno volato su SLS (Space Launch System), il razzo vettore con cui è stata lanciata la missione.
Secondo il programma Artemis, una volta sbarcati sulla superficie lunare, gli astronauti avranno poi necessità di una “casa”, una struttura abitativa dove poter vivere e che, attualmente, non è presente sul nostro satellite. Ebbene, per la realizzazione della prima struttura abitativa permanente lunare è stata selezionata sempre TAS, che conta di lanciare entro questa decade.
L’Italia concorre, inoltre, per lo stesso programma allo sviluppo dei sistemi di mobilità lunare, di produzione di energia e di strutture serra per la produzione di cibo.
All’interno di questo scenario di “riconquista” della Luna, si capisce quanto la comunicazione e il trasferimento di dati siano importanti, per cui non poteva certamente mancare una sezione dedicata alla navigazione. L’italiana Telespazio, alla guida di un consorzio internazionale, è stata selezionata dall’Esa per lo studio di un’infrastruttura per le comunicazioni e navigazione lunare.
Il progetto rientra nell’iniziativa Lunar Communications and Navigation Services (LCNS) del programma Moonlight e, tra i requisiti, analizzerà la possibilità di rendere il sistema interoperabile con LUNANET, l’infrastruttura che la NASA sta sviluppando per supportare il programma Artemis.
Anche la collaborazione tra l’ASI e la NASA si estende alla navigazione, in particolare con LuGRE, il progetto di ricerca e sviluppo tecnologico con l’obiettivo di utilizzare i segnali delle costellazioni GPS e Galileo nella fase di trasferimento del Lander verso la Luna ed in quella successiva all’allunaggio. In particolare, il ricevitore GNSS LuGRE è stato sviluppato nell’ambito di un contratto tra ASI e l’azienda italiana Qascom.
Ulteriori PMI sono coinvolte nel programma Artemis, ma credo che questo basti perché arrivi, ai non addetti ai lavori, il concetto di quanto l'Italia stia spingendo e faccia già parte del sistema economico e di esplorazione spaziale.
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