ERS-2 (European Remote-Sensing satellite 2) è un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea che fu lanciato nel lontano 21 Aprile 1995 a bordo di un vettore Ariane 4, dallo spazio porto di Kourou in Guyana francese, quattro anni dopo il lancio di ERS-1. Ha raccolto dati per ben 16 anni fino a quando nei mesi tra Luglio e Agosto 2011 è stato sottoposto a manovre di deorbitazione che più di un decennio dopo lo hanno portato a rientrare in atmosfera terrestre distruggendosi.
La scelta di un rientro controllato fu presa in visione della grande quantità di detriti spaziali che orbitano attorno alla Terra, quindi in un momento in cui era ancora funzionante e “controllabile” fu deciso di non farlo diventare un ulteriore detrito spaziale. Le operazioni svolte hanno permesso il consumo totale del carburante in modo da garantire un abbassamento dell’orbita da circa 785 km a 573 km per ridurre al minimo il rischio di collisione con altri satelliti.
Il rientro incontrollato si è concluso alle 18.17 italiane del 21 febbraio con un impatto nell’atmosfera sull’oceano Pacifico settentrionale nella zona compresa fra l’Alaska e le Hawaii, dati resi noti dall’ufficio stampa dell’Agenzia Spaziale Europea. Mirko Albani, responsabile del programma spaziale e delle missioni per il programma di Osservazione della Terra dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), aveva dichiarato la probabilità che alcune componenti potessero sopravvivere al rientro in atmosfera, viste le grandi dimensioni del satellite, tuttavia non sono state rilevate problematiche in merito. Tra queste, si presuppone, l’antenna SAR, il cui scopo era lo studio dell’atmosfera, della superficie terrestre e lo studio dei disastri ambientali. Albani tiene a precisare che nessuno dei detriti dell’ERS-2 contiene materiali tossici o radioattivi.
Durante il suo periodo di attività operativa il satellite ha fornito una grandissima quantità di dati che hanno rivoluzionato la nostra prospettiva sul pianeta Terra e ci hanno aiutato a comprendere meglio il cambiamento climatico, ponendo così l’Agenzia Spaziale Europea in prima linea nell’osservazione della Terra.
A bordo del satellite erano presenti numerosi strumenti scientifici tra cui un radar, un altimetro radar ed altri importanti sensori per misurare la temperatura della superficie dell’oceano e i venti in mare. A differenza di ERS-1, era equipaggiato anche di un sensore aggiuntivo che gli permetteva di misurare l’ozono presente in atmosfera, strumento italiano realizzato dalla Leonardo, lo spettrometro GOME (Global Ozone Monitoring Experiment).
Questo satellite pionieristico ha raccolto una vasta quantità di dati sulla diminuzione dei ghiacci polari terrestri ad esempio, oppure sull’innalzamento del livello dei mari dato dai cambiamenti climatici, o sul riscaldamento degli oceani. Anche le gravi inondazioni, terremoti e disastri naturali di altro genere sono stati oggetti dello studio del satellite.
Si conferma così nuovamente l’importanza dello studio della Terra da una prospettiva diversa che hanno i satelliti per riuscire a comprendere meglio determinati fenomeni che avvengono sul nostro pianeta e come esso stia cambiando.
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