L’INCLINAZIONE DEGLI ANELLI DI SATURNO E L’ESAGONO AL POLO NORD

Andrea Vanoni • 12 luglio 2024

Composizione degli anelli di Saturno

Gli anelli di Saturno rappresentano uno degli aspetti più affascinanti e peculiari del sistema planetario di questo gigante gassoso. Essi sono composti principalmente da ghiaccio e rocce, e si estendono per migliaia di chilometri nello spazio intorno al pianeta. Sono costituiti da miliardi di particelle di diverse dimensioni, che vanno da pochi millimetri a diversi metri, che orbitano intorno al pianeta a diverse distanze.


Il ghiaccio presente negli anelli di Saturno è principalmente composto da acqua ghiacciata, ma possono essere presenti anche altri tipi di ghiacci come il ghiaccio di ammoniaca, metano e anidride carbonica. Questi materiali ghiacciati riflettono la luce solare, conferendo agli anelli la loro caratteristica luminosità e brillantezza.


Le particelle di polvere e rocce presenti negli anelli di Saturno sono il risultato di collisioni tra corpi più grandi, come asteroidi o lune, che hanno generato frammenti di diversa dimensione. Queste particelle contribuiscono a creare la varietà di colori e strutture visibili negli anelli e possono anche influenzare la formazione di alcune caratteristiche particolari, come le divisioni e le fasce scure presenti tra gli anelli. Le due divisioni più conosciute sono la “Divisione di Cassini” e “Divisione di Encke”.


Una nota importante è legata al fatto che sono state osservate anche tracce di materiali organici negli anelli di Saturno, che potrebbero provenire da comete o altri corpi celesti che hanno interagito con il sistema saturniano nel corso del tempo. 

Inclinazione e osservabilità degli anelli di Saturno

Una particolarità osservabile da terra è la differenza di inclinazione di questi anelli, che varia a seconda degli anni ed è legata alla posizione della Terra rispetto a Saturno. A seconda dell'angolo di inclinazione, gli anelli possono apparire più o meno sottili o spessi, e talvolta possono essere quasi invisibili, come in questo periodo. Al telescopio e in fotografia infatti, in questo momento storico (2024) sono posizionati quasi di taglio

Polo nord del pianeta con gli anelli

Un’altra particolarità di Saturno è legata ad uno dei suoi poli, in particolare al polo nord che è noto per la sua straordinaria caratteristica di avere una forma esagonale. Questo fenomeno unico è stato scoperto per la prima volta grazie alle immagini inviate dalla sonda spaziale Voyager nel 1980 e successivamente confermato e studiato più approfonditamente dalla sonda Cassini. Questa particolare forma è possibile vederla e fotografarla anche da terra, utilizzando telescopi particolarmente grandi. Queste immagini sono state effettuate dal sottoscritto con un newton da 16 pollici e mostrano, in modo chiaro, questa forma.

L'esagono è un'enorme struttura geometrica a sei lati, con un diametro di circa 13.800 chilometri, che ruota in senso antiorario intorno al polo nord del pianeta. Questo strano e intrigante fenomeno atmosferico è stato oggetto di numerose teorie e studi scientifici per cercare di spiegare la sua origine e la sua natura. Una delle ipotesi più accreditate riguardo all'origine è legata alla dinamica atmosferica del pianeta: si ritiene infatti che le correnti atmosferiche e le differenze di temperatura nella regione polare possano generare un flusso di venti che, combinati con la rotazione del pianeta, creano questo particolare e stabile modello a forma di esagono.


Nonostante siano stati fatti progressi significativi nello studio di questo fenomeno, la sua natura esatta e il motivo per cui assume la forma di un esagono rimangono ancora oggetto di dibattito tra gli scienziati. 


Credits picture: Andrea Vanoni

Condividi

Missione KA-01 per il lancio della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 23 aprile 2025
Il 29 aprile , United Launch Alliance (ULA) lancerà in orbita il primo gruppo di satelliti della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon . La missione è denominata “KA-01” (Kuiper Atlas 1) e verrà lanciata con un razzo Atlas V nella configurazione 511 dal complesso di lancio SLC-41 della storica base di Cape Canaveral Space Force Station in Florida.
Tecnologie e metodi per una rimozione tempestiva e sicura dei detriti spaziali
Autore: Giovanni Garofalo 18 aprile 2025
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l' obiettivo di Zero Debris entro il 2030 . Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)
Immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 catturata dal telescopio spaziale WEBB
Autore: Tiziana Cardone 15 aprile 2025
Il telescopio spaziale James Webb (NASA/ESA/CSA) ha catturato un'immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 , situato nella nube molecolare del Toro, all'interno della nube oscura LDN 1551. Questo disco, osservato di taglio, è circondato da getti e venti discali, offrendo una visione senza precedenti dei processi di formazione planetaria.
Isar Aerospace missione “Going Full Spectrum”
Autore: Simone Semeraro 10 aprile 2025
Isar Aerospace inaugura la collaborazione con il programma spaziale privato europeo con la missione “Going Full Spectrum” . Il 30 marzo 2025, il razzo Spectrum prende per la prima volta il volo dallo spazioporto norvegese di Andøya. Dopo due rinvii dalla settimana precedente per condizioni meteo avverse, il decollo è avvenuto alle 12.30 ora locale.
Missione Soyuz MS-27 verso la ISS
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 8 aprile 2025
La missione Soyuz MS-27 è stata lanciata con successo nella mattinata dell’8 aprile 2025, dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan a bordo di un lanciatore russo Soyuz.
Habitat extraterresti per astronauti nelle missioni a lunga permanenza
Autore: Marilisa Pischedda 4 aprile 2025
L’esplorazione spaziale si evolve e richiede lo sviluppo di nuove tecnologie per poter essere supportata. I sistemi robotici inglobano nuove tecnologie consolidate sulla Terra, adattandole e perfezionandole all’impiego nello spazio, ma spesso è la necessità di trovare soluzioni a situazioni e problematiche tipiche dell’ambiente spaziale, a far sì che vengano sviluppate nuove tecnologie, che poi trovano impiego anche nelle applicazioni terrestri. Considerazione che non esula l’ esplorazione spaziale umana , con requisiti ancora più stringenti, da rivalutare in base all’ambiente in cui ci si trova ad operare. Vuoto, microgravità, tipologia di orbita, pianeta o corpo celeste, radiazioni e temperatura sono solo alcuni dei parametri che dettano fortemente le condizioni al contorno di una missione. Ad oggi pensiamo agli astronauti come a quella piccola parte di umanità che dal 2000 vive continuativamente al di fuori del nostro pianeta, se pur con alternanza di equipaggio a circa 400 km di quota dalla superficie terrestre. Eppure, quella condizione di microgravità che si sperimenta a bordo della ISS, non sarà perpetua e gli scenari futuri si stanno già delineando. I programmi di esplorazione spaziale parlano chiaro: andremo oltre l’orbita terrestre , sulla Luna, per testare e validare quelle tecnologie che ci consentiranno di spingerci oltre, anche verso il pianeta rosso. Ci spostiamo dunque dall’orbita terrestre a quella lunare, e da qui alla sua superficie, passo che comporterà lo stabilirsi di un insediamento in condizioni differenti da quelli sperimentati attualmente dagli astronauti.
Come la missione Euclid cerca la materia oscura
Autore: Elisa Goffo 1 aprile 2025
La materia oscura è certamente una delle componenti più misteriose dell'universo. Sebbene sia invisibile e la sua natura sia sconosciuta, costituisce circa il 25% dell'universo , una quantità di gran lunga superiore a quella della materia ordinaria visibile. Non possiamo osservarla direttamente, né sappiamo di cosa sia fatta. L'unico modo per scoprirlo è attraverso i suoi effetti gravitazionali . Per svelarne i segreti, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato la missione Euclid nel 2023, con l'obiettivo di creare la più grande mappa tridimensionale dell'universo . Tracciando le posizioni di miliardi di galassie e misurando il fenomeno delle lenti gravitazionali, Euclid ci aiuterà a comprendere come la materia oscura sia distribuita nel cosmo e come influisca sull'evoluzione delle galassie.
Navigazione aerea: dalla radioassistenza terrestre ai sistemi satellitari
Autore: Gabriele Dessena 27 marzo 2025
Vi siete mai chiesti come fanno gli aeroplani a orientarsi nel cielo, specialmente di notte o in condizioni meteorologiche avverse? La risposta è nelle radioassistenze : una rete invisibile, ma essenziale, di segnali radio che guidano i velivoli lungo rotte precise e sicure. Benché oggi la tecnologia satellitare abbia rivoluzionato il settore, questi sistemi terrestri rimangono cruciali per garantire sicurezza, affidabilità e ridondanza, soprattutto in casi estremi o emergenze.
Orbita: Firefly Aerospace missione demo per Lockheed Martin, Rocket-lab satelliti per OroraTech
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 25 marzo 2025
Mercoledì 26 marzo Firefly Aerospace lancerà una missione demo per Lockheed Martin mentre, circa un’ora dopo, Rocket Lab lancerà otto satelliti per l’azienda tedesca OroraTech. Il lancio di Firefly Alpha FLTA006 (sopranominata “ Message in a Booster ”) è la seconda missione che Firefly lancia per Lockheed Martin. Questa missione avrà il compito di portare in orbita il modello demo del LM 400 di Lockheed Martin, una piattaforma satellitare multi-missione progettata per ridurre i costi e rischi di lancio dei satelliti.
costellazione di satelliti HERMES per monitoraggio e trasmissione
Autore: Liliana Balotti 21 marzo 2025
La costellazione HERMES Pathfinder (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites) dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è stata lanciata con successo il 15 Marzo, alle 7:43 ora italiana, durante la missione Transporter 13 di SpaceX. Il lancio è avvenuto dalla Vandenberg Space Force Base (VSFB) in California, USA. I sei Cubesat della costellazione sono stati integrati su una piattaforma di rilascio ION, sviluppata dalla società D-Orbit, e posizionati su un vettore Falcon 9. Collocati su un'orbita eliosincrona a un'altitudine di circa 500-520 km e con un'inclinazione di 97,44 gradi, i nanosatelliti saranno dispiegati gradualmente, uno al giorno, circa una settimana dopo il lancio.
Show More