La crescente coscienza dell’impatto ambientale dell’aviazione e la continua ricerca dell’efficienza operativa da parte delle aziende aeronautiche sta spingendo l’utilizzo di nuove tecnologie, a diversi livelli, per affrontare il problema. I due livelli si dividono su base temporale e come tipo di soluzioni.
A breve termine si punta a immettere delle misure tampone, come i SAF (Carburanti sostenibili per l’aviazione), mentre a lungo termine si intravede un percorso tecnologicamente ancor più aspro con l’introduzione della propulsione ad idrogeno ed elettrica.
Malgrado diversi punti di vista tra le due sponde dell’Atlantico e quindi i due colossi mondiali dell’aviazione, Airbus e Boeing, la strada sembra tracciata per un futuro prossimo a base di carburanti sostenibili e un altro, più lontano, con carburanti, o fonti di energia, quasi inediti nei cieli.
I SAF sono dei combustibili che possono contenere fino al 50% di prodotto derivante da biomasse o altro materiale di scarto e che quindi andrebbero ad avere un impatto ambientale inferiore, in termini di produzione e potenzialmente emissioni, rispetto alla miscela di 100% carburante aeronautico tradizionale. Un po’ come accade in alcuni paesi del mondo con il bio-diesel e con l’etanolo nella benzina, che in alcuni paesi europei arriva fino al 10%.
Il SAF è una soluzione transitoria molto attraente per gli operatori e produttori del mondo aeronautico perché consente l’utilizzo delle apparecchiature attuali, senza modifiche, a patto che la frazione di combustibile da fonti di scarto sia tenuta sotto il 50%. Questo limite è dovuto al fatto che una percentuale più alta andrebbe a modificare il funzionamento, quindi l’efficienza e l’affidabilità, dei motori.
Ovviamente le opzioni più drastiche, come l’elettrico e l’idrogeno hanno un beneficio potenziale più alto, ma anche un rischio, in termini di tempo di sviluppo, più elevato.
I progetti più importanti dal punto di vista della propulsione elettrica si sono avuti nel crescente ramo degli aeromobili e-VTOL (capacità di decollo e atterraggio verticale con propulsione elettrica), che puntano a diventare i taxi volanti urbani del futuro. Uno dei progetti tecnicamente più interessanti è quello dell’azienda tedesca Lilium che si trova nel processo di certificare il proprio velivolo con gli enti europei ed americani.
Dal punta di vista dell’idrogeno, uno dei progetti più ambiziosi ha visto la fusione della storica azienda di costruzioni aeronautiche Britten-Norman con la Cranfield Aerospace Solutions per portare, entro il 2026, alla certificazione del primo modello di Britten- Norman Islander, un piccolo aereo passeggeri usato solitamente in zone di difficile accesso, con un sistema propulsivo alimentato ad idrogeno.
Sebbene l’aviazione sia responsabile “solo” del 2.5 % (il 3.5% in Europa) delle emissioni mondiali, si intravede già una pianificazione a corto termine con i SAF, e a lungo termine con idrogeno ed elettrico.
Bisogna comunque affermare che già adesso determinate misure, prettamente amministrative, sono in piedi per tenere sotto controllo, quanto meno, l’inquinamento dovuto dall’aviazione. La più famosa è la Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation (CORSIA), un’iniziativa dell’ICAO per tenere sotto controllo le emissioni di gas serra dovute all’aviazione e promuovere l’uso di procedure operative più efficienti e carburanti alternativi. Di fatto CORSIA è una forma di carbon tax dove chi esegue tratte internazionali deve fare in modo di compensare le risorse extra, su una base predefinita, di risorse usate.
Per chi fosse particolarmente interessato ai SAF, può consultare la pagina sui SAF di ENI, mentre per il progetto della Britten-Norman, qua, e per Lilium a questo link https://lilium.com/; la pagina ufficiale di CORSIA è, invece, la seguente: https://www.icao.int/environmental-protection/CORSIA/Pages/default.aspx
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