Gli asteroidi, misteriosi corpi che vagano nello spazio interplanetario, hanno affascinato gli astronomi fin dalla nascita dell'osservazione astronomica. La loro scoperta è stata un viaggio attraverso i secoli, caratterizzato da intuizioni geniali, osservazioni pazienti e collaborazioni internazionali.
Gli asteroidi sono corpi celesti di dimensioni variabili, simili per composizione ai pianeti terrestri, spesso caratterizzati da una struttura amorfa. Generalmente, hanno un diametro inferiore al km (chilometro), sebbene esistano corpi di dimensioni maggiori. È interessante notare che i corpi celesti di dimensioni estremamente ridotte, come i frammenti derivanti da collisioni, vengono denominati "meteoroidi" secondo la classificazione dell'Unione Astronomica Internazionale (UAI), e possono variare drasticamente in massa: dalle dimensioni di un masso enorme (m=10^7 kg) a quelle di un granello di sabbia (m=10^-9 kg). Alcuni asteroidi, tuttavia, sono il risultato dell'evoluzione di altri corpi celesti, che si sono trasformati nel corso della loro storia. Alcuni di essi, in genere, si trasformano in masse rocciose.
L'epopea degli asteroidi inizia nel 1801, quando l'astronomo italiano Giuseppe Piazzi fece una scoperta che avrebbe cambiato per sempre la nostra comprensione del sistema solare. Piazzi individuò un corpo celeste tra le orbite di Marte e Giove, a metà strada tra un pianeta e una cometa. Lo chiamò Ceres, in onore della dea romana dell'agricoltura.
La scoperta di Ceres aprì la porta a una nuova categoria di oggetti celesti. Presto, altri corpi simili furono individuati, come Pallade, Giunone e Vesta. Questi nuovi oggetti, chiamati "asteroidi" dal termine greco per "simile ad una stella", erano un enigma per gli astronomi. Erano più grandi delle comete, ma più piccoli dei pianeti, e la loro natura esatta rimaneva un mistero. Nel corso del XIX secolo, la tecnologia e le tecniche di osservazione migliorarono, portando a una vera e propria caccia agli asteroidi. Astronomi come Johann Franz Encke e Karl Ludwig Hencke furono pionieri nella scoperta di nuovi membri della famiglia asteroidale. Nel 1891, il numero di asteroidi conosciuti superò i 400.
Il ventesimo secolo vide un ulteriore aumento nell'identificazione degli asteroidi, con il contributo di telescopi sempre più potenti e di programmi di ricerca dedicati. Tuttavia, la vera rivoluzione nella nostra comprensione degli asteroidi avvenne nell'era moderna dell'esplorazione spaziale.
Nel 1991, la sonda Galileo, diretta verso Giove, passò attraverso la fascia degli asteroidi, fornendo immagini dettagliate e dati scientifici senza precedenti su questi misteriosi corpi celesti. Nel 2006, la missione della sonda Dawn dell'NASA raggiunse Vesta e successivamente Ceres, offrendo ulteriori informazioni sulla composizione e sulla struttura degli asteroidi.
Fino al 1998, e ancora in parte oggi, le scoperte seguivano questo procedimento:
1. Una vasta regione del cielo veniva fotografata utilizzando un telescopio a grande campo.
2. Le immagini della stessa regione venivano catturate in coppia.
3. Le fotografie venivano esaminate tramite uno stereoscopio, consentendo di individuare qualsiasi oggetto in movimento tra le due esposizioni. (Poiché le stelle appaiono fisse).
4. Il passo successivo consisteva nell'inviare i risultati al Minor Planet Center, dove veniva calcolata un'orbita preliminare e venivano generate previsioni per i giorni successivi.
5. Una volta ritrovato, a conferma delle previsioni, l'osservatore veniva riconosciuto come lo scopritore e aveva il diritto di proporre un nome (mitologico o di altra natura)
A partire dal 1998, i telescopi automatizzati hanno rivoluzionato il processo di scoperta degli asteroidi, effettuando le fasi in maniera autonoma. Alcuni di questi sono: il gruppo Lincoln Near-Earth Asteroid Research (LINEAR, il gruppo Near Earth Asteroid Tracking), e l'Asiago DLR Asteroid Survey (in Italia).
Prima dell'era dei viaggi spaziali, gli asteroidi erano soltanto dei puntini luminosi, anche se osservati con i più grandi telescopi. La loro forma e le caratteristiche della superficie rimanevano un mistero. L’evoluzione tecnologica ci ha permesso, attraverso strumenti automatizzati, una pietra miliare nella ricerca e nella sorveglianza degli asteroidi, contribuendo significativamente alla nostra comprensione e alla nostra sicurezza nel monitorare gli oggetti che vagano nello spazio vicino alla Terra.
Per quanto riguarda il periodo più recente, altri asteroidi visitati da sonde, in rotta per altre destinazioni sono stati: 9969 Braille (da Deep Space 1 nel 1999), e 5535 Annefrank (da Stardust nel 2002), La sonda Rosetta dell'ESA (transitata ad 800 km dall'asteroide 2867 Šteins il 5 settembre 2008 e a 3162 km da 21 Lutetia il 10 luglio 2010).
In conclusione, la scoperta e lo studio degli asteroidi rimangono una priorità per la comunità astronomica. Oltre 1,1 milioni di asteroidi sono stati identificati, ma si stima che ce ne siano molti di più ancora da scoprire. L'interesse e il loro studio fornisce importanti informazioni sulla formazione e sull'evoluzione del sistema solare, nonché informazioni cruciali per la protezione della Terra da eventuali impatti catastrofici.
È una storia di perseveranza, curiosità e collaborazione internazionale. Attraverso secoli di osservazione e esplorazione, gli scienziati hanno illuminato uno degli aspetti più affascinanti e misteriosi del nostro universo, aprendo la strada a nuove scoperte e avventure cosmiche ancora inimmaginabili.
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