I buchi bianchi sono oggetti misteriosi, previsti dalle stesse equazioni della relatività generale di Einstein che spiegano i buchi neri. Sebbene si abbiano prove concrete dell'esistenza dei buchi neri, i buchi bianchi non sono mai stati osservati e rimangono un enigma.
Per capire cosa siano i buchi bianchi, dobbiamo partire dai loro “gemelli” opposti: i buchi neri. Tra gli oggetti più affascinanti del cosmo, i buchi neri hanno catturato la curiosità di scienziati e publico per decenni. Una prima evidenza indiretta della loro esistenza risale agli anni 70', ben 55 anni dopo che Einstein formulò la teoria della relatività generale, che descrive come materia ed energia influenzino la curvatura dello spazio-tempo. La prima foto di un buco nero è stata pubblicata nel 2019 ed è il risultato di un progetto chiamato Event Horizon Telescope (EHT).
Questa storica immagine mostra il buco nero supermassiccio al centro della galassia M87, circondato da un anello di luce, che rappresenta la radiazione emessa dal gas riscaldato vicino all'orizzonte degli eventi. La foto ha rappresentato un importante passo avanti nella nostra comprensione dell'universo e dei buchi neri, fornendo prove visive della loro esistenza.
Un buco nero è una regione di spazio in cui la gravità è talmente intensa che nulla, nemmeno la luce, può sfuggirvi. Si forma quando una stella massiccia esaurisce il suo combustibile nucleare, collassando su se stessa fino a creare una singolarità, un punto in cui le leggi della fisica come le conosciamo smettono di funzionare. La singolarità è avvolta dall’orizzonte degli eventi, il limite oltre il quale nulla può più tornare indietro.
Se invertiamo la direzione del tempo nell'equazione che descrive i buchi neri, otteniamo un buco bianco: l’esatto opposto di un buco nero. Mentre tutto ciò che entra in un buco nero non può più uscire, un buco bianco respinge tutto ciò che si avvicina, e nulla può entrare.
Nel 1916, il matematico Karl Schwarzschild trovò una soluzione alle equazioni di Einstein per descrivere il campo gravitazionale attorno a un corpo massiccio, nota come "metrica di Schwarzschild". Questa soluzione prevede l’esistenza di un orizzonte degli eventi, oltre il quale nulla può sfuggire alla gravità di un buco nero. Tuttavia, Schwarzschild scoprì anche una soluzione che descriveva un oggetto con proprietà opposte: un buco bianco. I buchi bianchi condividono l’orizzonte degli eventi dei buchi neri, ma con la differenza che la materia e la luce sono respinte e nulla può entrare.
A differenza dei buchi neri, i buchi bianchi rimangono puramente teorici. Non sono mai stati osservati, e non ci sono prove della loro esistenza nell’universo. Molti scienziati dubitano che possano esistere realmente, dato che non esistono meccanismi noti in grado di crearli, come invece accade per i buchi neri.
Esistono diverse teorie affascinanti sui buchi bianchi. Alcuni ipotizzano che un buco bianco possa essere collegato a un buco nero tramite un “ponte di Einstein-Rosen” o wormhole, creando un tunnel tra due regioni distanti dell’universo. Altri propongono che il Big Bang, che ha dato origine al nostro universo, possa essere stato un evento simile a un’esplosione di un buco bianco, con materia e energia espulse da una singolarità.
I buchi bianchi rimangono uno dei grandi misteri dell’astrofisica moderna, un intrigante enigma che sfida la nostra comprensione dell’universo. Gli scienziati continuano a esplorare le possibilità e a cercare prove, ma per ora i buchi bianchi restano nel mondo delle teorie.
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