Edu-STEM: 5 fatti scientifici sulle decisioni

Daniela Giannoccaro • 5 luglio 2024

Fare delle Scelte: Fatti Scientifici che non Conosci sul Prendere Decisioni

Nel percorso della vita ogni giorno siamo alle prese con infinite decisioni da prendere. Sin dal momento in cui apriamo gli occhi fino all’attimo in cui posiamo di nuovo la testa sul cuscino per riaddormentarci, il nostro cervello è in completa funzione e ci permette di fare delle scelte che influenzeranno, in maniera positiva o negativa, il resto della nostra giornata.

Si va dalle decisioni più “futili” come il chiedersi che vestiti indossare, come comincerai il tuo discorso di apertura in riunione, come saluterai la tua compagna di classe di cui sei innamorato, per poi passare a quelle più complicate come scegliere se salutare oppure no quell’amico con cui hai litigato anni e anni fa.


Fare delle scelte è la chiave che permette di cambiare la serratura del nostro comportamento e atteggiamento, nonché quella che ci portiamo sempre dietro in ogni aspetto della vita. Si chiama processo decisionale e spesso è un qualcosa a cui non diamo troppo peso, perché, appunto, fa parte della nostra normalità.

Ma ci sono delle cose che sicuramente non sai e che la scienza ha voluto condividere con noi. Sei pronto a scoprire da dove derivano le scelte che fai?


5 Cose Scientifiche da Sapere sul Fare delle Scelte

 

1. Le Emozioni e il Processo Decisionale Sono Intrinsecamente Connessi

Le notizie che sentiamo e vediamo al telegiornale ci permettono di rendercene conto ogni giorno. Quante volte, infatti, osserviamo casi di omicidi in cui l’avvocato del presunto colpevole invoca la perizia psichiatrica per dimostrare che il suo assistito non è in grado di intendere e di volere?

Spesso e volentieri si tenta in questo modo di far uscire dai guai qualcuno che non lo merita, ma non sempre è così. Che tu ci creda oppure no, per fare delle scelte è necessario provare emozioni. Se tali sensazioni vengono a mancare, diventiamo incapaci di prendere decisioni ponderate.

Lo dice la scienza con Antonio Damasio, professore di Neuropsicologia presso l’USC e il Salk Institute, il quale ha sviluppato uno studio per descrivere come una viscerale emozione supporta le decisioni. La sua teoria definisce l’amigdala (dove risiedono le nostre emozioni più primitive come la rabbia) e la corteccia orbito-frontale (l’area del cervello più strettamente connessa al processo decisionale) come parte integrante di un circuito neurale fondamentale per il giudizio e il processo legato alle intenzioni.


2. Fare delle Scelte ci Costa

Secondo uno studio condotto all’Università del Minnesota, fare delle scelte porta a quello che i ricercatori chiamano “autocontrollo ridotto” il che significa che andremo incontro a una mera resistenza in campo fisico e mentale. Tutto questo porta a un minore coinvolgimento della forza di volontà e una maggiore procrastinazione che consegue con una peggiore qualità verso compiti impegnativi come possono essere dei calcoli aritmetici.

La ricerca è stata pubblicata nell’agosto 2014 dall’America Psychological Association e descrive come il risultato della stessa non sia cambiato a seconda dell’ambiente circostante. Infatti, gli studiosi hanno condotto i loro esperimenti in un laboratorio, in un’aula scolastica e all’interno di un centro commerciale senza subire alcuna modifica nelle intenzioni della gente.

 

3. Sono le Aspettative a Formare le Nostre Decisioni

Il processo decisionale si basa su ciò che crediamo possa essere socialmente appropriato, come abbiamo appena visto.

Questo ha le sue fondamenta da uno studio americano pubblicato nel dicembre del 2011 il quale ha esaminato, grazie a un esperimento basato sulla contrattazione economica, come le persone propongono delle offerte e rispondono a esse.

La ricerca ha dimostrato come le risposte avevano più probabilità di essere negative man mano che le proposte diventavano più inique. Infatti, i partecipanti hanno fondato il loro modo di rispondere sulla riga dell’andamento delle proposte.

In sostanza i ricercatori dicono che per prendere decisioni ci affidiamo alle nostre convinzioni. Ancora di più, la neuroscienza suggerisce che viene generato una specie di segnale neurale nel momento in cui qualcuno viola le nostre aspettative e questo può servire come incentivo emotivo per polarizzare il nostro comportamento futuro.


4. Il Processo Decisionale Collettivo È Inferiore all’Istinto Individuale

Quando ci basiamo troppo su notizie e informazioni sociali, cioè ascoltiamo e prendiamo per buono tutto quello che i nostri familiari e gli amici dicono, lentamente iniziamo a ignorare i nostri istinti.

Lo dicono gli studiosi della Exeter University guidati dal Dottor Colin Torney con una ricerca atta a esaminare come si evolvono i soggetti in un gruppo. I risultati, purtroppo, non sono come potevamo aspettarci.

Gli individui impiantati in un gruppo ben funzionante forniscono una fonte eccellente di informazioni, ma la selezione naturale porta a fare un eccessivo affidamento su di esse. Nel corso del tempo, questo porta a una cattiva elaborazione delle informazioni stesse perché si basano esclusivamente su un’unica fonte.

Infatti, a un certo punto, ci ritroviamo a essere parte di un conflitto interiore: pensare al nostro interesse personale o solo a quello collettivo? Inoltre, è importante sottolineare il fatto che, anche se sembra ci perdiamo solo noi, il gruppo stesso ne paga le conseguenze e soffre la mancanza di risposte che, per fiducia indiscussa, nessuno fornisce.

 

  

5. Più Tempo Si Impiega per Prendere una Decisione e Meno Ci Sentiamo Fiduciosi in Merito

Lo rivela una squadra di neuro-scienziati che ha scoperto come il nostro cervello interpreta le scelte che facciamo a seguito di una lunga ponderazione ci facciano sentire meno sicuri di noi.

Capitanata dal Dottor Roozbeh Kiani, un assistente professore della New York University, la recentissima ricerca ha dato i suoi risultati e ha spiegato la motivazione per cui questo avviene. Grazie a continui esperimenti su un gruppo di persone, infatti, si è stato in grado di comprendere come la mentalità umana sia così fragile, al punto tale da ritornare sulle proprie decisioni anche quando queste sono il frutto di molteplici ragionamenti, pensieri studiati e consultazioni varie.

Succede perché più tempo passi nel creare dei pensieri profondi e più la tua mente apre a eventualità che portano a metterti la pulce nell’orecchio. Ed ecco che fare delle scelte non è più facile come sembra, ma si trasforma in qualcosa di complicato.

Il consiglio? Evita di farti venire dei dubbi se le decisioni che devi prendere sono facili e sai già che cosa vuoi. Fai la tua scelta e vai avanti per la tua strada. E anche se ognuna di esse avrà delle conseguenze, preparati in anticipo e cerca di affrontarle con coraggio: spesso le tue decisioni non sono sbagliate.


Condividi

Autore: Andrea Vanoni 9 ottobre 2025
Un tempo riservata agli osservatori professionali e alle agenzie spaziali, l’osservazione e la ripresa di corpi celesti come la Luna, i pianeti e persino il Sole è oggi alla portata di molti grazie ai progressi della tecnologia e alla crescente accessibilità di strumenti astronomici amatoriali. Sempre più appassionati di astronomia si cimentano nella fotografia planetaria e solare, ottenendo risultati sorprendenti e contribuendo, talvolta, anche alla ricerca scientifica. Negli ultimi anni, il mercato ha visto un’impennata nella qualità e nella disponibilità di telescopi, camere planetarie, filtri solari e software di elaborazione immagini pensati per gli astrofili. Strumenti come: • Telescopi a lunga focale , ideali per l’osservazione planetaria • Camere CMOS ad alta sensibilità e frame rate elevato • Software di stacking e post-processing (come AutoStakkert!, RegiStax e AstroSurface) hanno rivoluzionato le possibilità di chi osserva il cielo da casa, permettendo di ottenere dettagli sorprendenti di Giove, Saturno, Marte, delle fasi lunari e persino delle macchie solari.
Autore: Liliana Balotti 2 ottobre 2025
La NASA ha ufficialmente annunciato la selezione di 10 nuovi astronauti per la classe del 2025 , scelti tra oltre 8.000 candidati provenienti da tutti gli Stati Uniti. Dopo un lungo e rigoroso processo di valutazione che ha incluso test fisici, psicologici, tecnici e colloqui altamente selettivi, sono emersi sei donne e quattro uomini che rappresentano l'élite scientifica, tecnica e operativa del Paese. Il nuovo gruppo inizierà ora un intenso programma di addestramento di due anni presso il Johnson Space Center di Houston , sede storica del corpo astronauti. Durante questo periodo, saranno formati su una vasta gamma di competenze: camminate spaziali (EVA), operazioni robotiche, ingegneria di sistemi spaziali, lingua russa (necessaria per lavorare con i colleghi a bordo della ISS), sopravvivenza in ambienti ostili e operazioni mediche d’emergenza. Solo al termine di questo addestramento otterranno la qualifica ufficiale di astronauta. La classe del 2025 potrà essere assegnata a diverse missioni, tra cui spedizioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) , missioni commerciali con partner privati come SpaceX e Axiom , o, per alcuni di loro, ruoli chiave nelle prossime fasi del programma Artemis , che punta a riportare l’uomo — e per la prima volta una donna — sulla superficie lunare nel corso di questo decennio. Obiettivo finale: creare una presenza umana sostenibile sulla Luna e, successivamente, pianificare le prime missioni con equipaggio verso Marte . Con questa nuova selezione, il numero totale di astronauti scelti dalla NASA dalla nascita del corpo astronauti — risalente al 1959 con il primo gruppo delle missioni Mercury — sale a 370 persone . Si tratta di un traguardo simbolico, che riflette non solo la continuità della grande tradizione spaziale americana, ma anche la sua trasformazione: dagli anni pionieristici della corsa allo spazio, passando per le missioni Apollo, lo Space Shuttle e la ISS, fino all’attuale era di collaborazione tra agenzie spaziali e aziende private. La classe 2025 si distingue per la sua notevole diversità professionale . Tra i nuovi astronauti figurano piloti militari collaudatori , ingegneri aerospaziali , medici , scienziati planetari , esperti di missioni spaziali commerciali e persino una ex atleta della nazionale statunitense di rugby. Alcuni hanno già avuto un assaggio dello spazio, come Anna Menon , che ha volato nel 2024 nella missione privata Polaris Dawn , mentre altri hanno alle spalle centinaia di ore di volo in teatri operativi o hanno partecipato a missioni scientifiche in ambienti estremi sulla Terra, come l’Antartide o zone vulcaniche. Il loro background riflette il nuovo volto dell’esplorazione spaziale americana: multidisciplinare, collaborativo, altamente tecnico e sempre più orientato verso l’esplorazione umana del Sistema Solare . Questi dieci astronauti non saranno solo esploratori: saranno scienziati, ingegneri, comunicatori, ambasciatori della Terra nello spazio. Con l’ambizione di riportare esseri umani sulla Luna dopo oltre 50 anni, e con la prospettiva di spingersi oltre, la NASA sta costruendo oggi la squadra che domani potrebbe rappresentare l’umanità su altri mondi.
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 30 settembre 2025
Sierra Space ha annunciato che il volo inaugurale del suo spazioplano Dream Chaser non includerà più una manovra di attracco con la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ma sarà limitato a una missione dimostrativa in orbita. Il cambiamento deriva da una revisione del contratto Commercial Resupply Services-2 (CRS-2) che in origine prevedeva un minimo di sette missioni di rifornimento all’ISS con Dream Chaser e il modulo cargo Shooting Star.
Autore: Simone Semeraro 25 settembre 2025
Da quando Sputnik raggiunse l’orbita terrestre, lo spazio si è via via riempito di satelliti. Non tutti hanno il privilegio di ritornare sulla Terra. Molti di essi, o meglio, molte parti di essi, sono destinati a vagare nello spazio per decenni. Questi oggetti di modeste dimensioni sono come dei proiettili, pronti a danneggiare qualunque oggetto si trovi sulle loro traiettorie. Due eventi storici hanno aumentato in maniera significativa il numero dei detriti spaziali : il test missilistico cinese del 2007 e lo scontro tra Iridium 33 e Kosmos 2251.
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 16 settembre 2025
L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha annunciato l’equipaggio e la data di lancio della missione Soyuz MS-28. La missione, della durata di circa otto mesi, è prevista per il 27 novembre e raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale dove verrà effettuato uno scambio di equipaggio con la missione precedente. Il lancio avverrà dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan a bordo di una navicella Soyuz. L’equipaggio
Mentre la stagione più calda e soggetta agli incendi boschivi volge al termine,
Autore: Gabriele Dessena 9 settembre 2025
Mentre la stagione più calda e soggetta agli incendi boschivi volge al termine, è interessante osservare come l’Italia affronti questa emergenza dall’alto, affidandosi a una flotta specializzata di velivoli ed elicotteri
A settembre la ISS verrà raggiunta da due missioni cargo di rifornimenti
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 2 settembre 2025
A settembre la Stazione Spaziale Internazionale verrà raggiunta da due missioni cargo di rifornimento. La prima missione chiamata Progress MS-32 verrà lanciata da Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, mentre la seconda missione chiamata CRS NG-23 , verrà gestita da Northrop Grumman. Progress MS-32 Il lancio della missione Progress MS-32 avverrà con un razzo Soyuz di Roscosmos dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan.
Autore: Elisa Goffo 28 agosto 2025
Un gruppo di ricercatori potrebbe aver individuato per la prima volta un buco nero supermassiccio subito dopo la sua formazione. Il buco nero si trova al centro di una struttura chiamata “ Infinity ”, nata dalla fusione di due galassie . La scoperta potrebbe offrire un nuovo spunto per comprendere come i buchi neri massicci si siano originati nell'universo primordiale.
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in
Autore: Giovanni Garofalo 26 agosto 2025
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in orbita hanno rappresentato un rischio potenziale durante il loro rientro nell’atmosfera terrestre.
Autore: Lucia Pigliaru 21 agosto 2025
Le prime spettacolari immagini del satellite Proba-3 sono state rilasciate il 16 giugno 2025 in occasione del salone internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio di Les Bouget. Le immagini mostrano l’atmosfera esterna del Sole, la corona solare.
Show More