EVA - Extra Veicular Activity astronaut protection
Marilisa Pischedda • 12 luglio 2020
...e uscimmo a riveder le stelle!
..... ๐ ๐ฎ๐ฌ๐๐ข๐ฆ๐ฆ๐จ ๐ ๐ซ๐ข๐ฏ๐๐๐๐ซ ๐ฅ๐ ๐ฌ๐ญ๐๐ฅ๐ฅ๐!
Per poter passeggiare tra le stelle gli astronauti hanno necessità di indossare una particolare tuta in grado di proteggerli dall'ambiente esterno. Durante le attività extraveicolari ๐๐๐ผ -๐๐ญ๐ฉ๐ง๐ ๐๐๐๐๐ช๐ก๐๐ง ๐ผ๐๐ฉ๐๐ซ๐๐ฉ๐ฎ gli astronauti si trovano infatti esposti a due particolari condizioni: il vuoto e le temperature estreme, che al di fuori della ISS possono variare tra +/- 120° C. A dispetto del nome con cui vengono comunememte indicate, le EVA sono tutt'altro che passeggiate! Gli astronauti impegnati in queste attività svolgono delicati lavori al di fuori della ISS o, in generale, della navicella in cui si trovano, sotto severe condizioni psico-fisiche.
La tuta spaziale dedicata per le passeggiate spaziali fornisce la giusta ๐ฅ๐ง๐๐จ๐จ๐๐ค๐ฃ๐ d’aria per mantenere i fluidi corporei allo stato liquido, in altre parole evita ai fluidi corporei di entrare in ebollizione.
Per far fronte alle ๐๐จ๐ฉ๐ง๐๐ข๐ ๐ฉ๐๐ข๐ฅ๐๐ง๐๐ฉ๐ช๐ง๐ che si riscontrano nello spazio, le tute spaziali vengono pesantemente foderate con diversi strati di tessuto speciale (Neoprene, Gore-Tex e Dacron) e rivestite con strati esterni idonei a riflettere i raggi solari.
Durante l'EVA non si può impiegare aria come quella respirata normalmente sulla Terra (composta da azoto, ossigeno e in piccola percentuale da altri gas) in quanto la minor pressione presente all’interno della tuta causerebbe una concentrazione di ossigeno troppo bassa nei polmoni e quindi nel sangue, rispetto a quella necessaria per il nostro organismo. Per tale motivo molte delle tute spaziali impiegano ๐ค๐จ๐จ๐๐๐๐ฃ๐ค ๐ฅ๐ช๐ง๐ค per la respirazione.
Il casco indossato dagli astronauti durante le passeggiate è dotato anch'esso di speciali rivestimenti per riflettere i raggi solari e visori colorati per ridurne il bagliore. Al suo interno trovano posto cuffie e microfono per le comunicazioni via radio con i controllori di terra e/o gli altri componenti dell’equipaggio durante l'EVA, oltre ai ๐จ๐๐จ๐ฉ๐๐ข๐ ๐๐ ๐๐ค๐ฃ๐ฉ๐ง๐ค๐ก๐ก๐ค ๐๐๐ ๐จ๐๐๐ฃ๐๐ก๐ ๐ซ๐๐ฉ๐๐ก๐ dell'astronauta come la respirazione, il battito cardiaco e la temperatura. Il casco è, inoltre, dotato di luci e telecamera.
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Il 29 aprile , United Launch Alliance (ULA) lancerà in orbita il primo gruppo di satelliti della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon . La missione è denominata “KA-01” (Kuiper Atlas 1) e verrà lanciata con un razzo Atlas V nella configurazione 511 dal complesso di lancio SLC-41 della storica base di Cape Canaveral Space Force Station in Florida.

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l' obiettivo di Zero Debris entro il 2030 . Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)

Il telescopio spaziale James Webb (NASA/ESA/CSA) ha catturato un'immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 , situato nella nube molecolare del Toro, all'interno della nube oscura LDN 1551. Questo disco, osservato di taglio, è circondato da getti e venti discali, offrendo una visione senza precedenti dei processi di formazione planetaria.

Isar Aerospace inaugura la collaborazione con il programma spaziale privato europeo con la missione “Going Full Spectrum” . Il 30 marzo 2025, il razzo Spectrum prende per la prima volta il volo dallo spazioporto norvegese di Andøya. Dopo due rinvii dalla settimana precedente per condizioni meteo avverse, il decollo è avvenuto alle 12.30 ora locale.

L’esplorazione spaziale si evolve e richiede lo sviluppo di nuove tecnologie per poter essere supportata. I sistemi robotici inglobano nuove tecnologie consolidate sulla Terra, adattandole e perfezionandole all’impiego nello spazio, ma spesso è la necessità di trovare soluzioni a situazioni e problematiche tipiche dell’ambiente spaziale, a far sì che vengano sviluppate nuove tecnologie, che poi trovano impiego anche nelle applicazioni terrestri. Considerazione che non esula l’ esplorazione spaziale umana , con requisiti ancora più stringenti, da rivalutare in base all’ambiente in cui ci si trova ad operare. Vuoto, microgravità, tipologia di orbita, pianeta o corpo celeste, radiazioni e temperatura sono solo alcuni dei parametri che dettano fortemente le condizioni al contorno di una missione. Ad oggi pensiamo agli astronauti come a quella piccola parte di umanità che dal 2000 vive continuativamente al di fuori del nostro pianeta, se pur con alternanza di equipaggio a circa 400 km di quota dalla superficie terrestre. Eppure, quella condizione di microgravità che si sperimenta a bordo della ISS, non sarà perpetua e gli scenari futuri si stanno già delineando. I programmi di esplorazione spaziale parlano chiaro: andremo oltre l’orbita terrestre , sulla Luna, per testare e validare quelle tecnologie che ci consentiranno di spingerci oltre, anche verso il pianeta rosso. Ci spostiamo dunque dall’orbita terrestre a quella lunare, e da qui alla sua superficie, passo che comporterà lo stabilirsi di un insediamento in condizioni differenti da quelli sperimentati attualmente dagli astronauti.

La materia oscura è certamente una delle componenti più misteriose dell'universo. Sebbene sia invisibile e la sua natura sia sconosciuta, costituisce circa il 25% dell'universo , una quantità di gran lunga superiore a quella della materia ordinaria visibile. Non possiamo osservarla direttamente, né sappiamo di cosa sia fatta. L'unico modo per scoprirlo è attraverso i suoi effetti gravitazionali . Per svelarne i segreti, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato la missione Euclid nel 2023, con l'obiettivo di creare la più grande mappa tridimensionale dell'universo . Tracciando le posizioni di miliardi di galassie e misurando il fenomeno delle lenti gravitazionali, Euclid ci aiuterà a comprendere come la materia oscura sia distribuita nel cosmo e come influisca sull'evoluzione delle galassie.

Vi siete mai chiesti come fanno gli aeroplani a orientarsi nel cielo, specialmente di notte o in condizioni meteorologiche avverse? La risposta è nelle radioassistenze : una rete invisibile, ma essenziale, di segnali radio che guidano i velivoli lungo rotte precise e sicure. Benché oggi la tecnologia satellitare abbia rivoluzionato il settore, questi sistemi terrestri rimangono cruciali per garantire sicurezza, affidabilità e ridondanza, soprattutto in casi estremi o emergenze.

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La costellazione HERMES Pathfinder (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites) dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è stata lanciata con successo il 15 Marzo, alle 7:43 ora italiana, durante la missione Transporter 13 di SpaceX. Il lancio è avvenuto dalla Vandenberg Space Force Base (VSFB) in California, USA. I sei Cubesat della costellazione sono stati integrati su una piattaforma di rilascio ION, sviluppata dalla società D-Orbit, e posizionati su un vettore Falcon 9. Collocati su un'orbita eliosincrona a un'altitudine di circa 500-520 km e con un'inclinazione di 97,44 gradi, i nanosatelliti saranno dispiegati gradualmente, uno al giorno, circa una settimana dopo il lancio.