Oltre la nebbia di Titano

Paola Tiranti • 13 dicembre 2022

Come è cambiata l'osservazione della luna di Saturno

Titano è forse una delle lune più eccitanti e misteriose del nostro Sistema Solare. Con un diametro medio di 5,150 km, questo corpo celeste è la luna più grande di Saturno e, dopo Ganimede, la seconda più grande nel Sistema Solare. Ma non è la grandezza a rendere Titano così speciale, bensì la sua composizione.


Cosa si intende per composizione? In questo caso, ci si riferisce alla superficie e atmosfera del corpo celeste. La particolarità di Titano rende questo corpo celeste l‘unico al giorno d’oggi ad avere bacini liquidi, dopo la Terra.  Infatti questo satellite presenta interi mari, laghi e fiumi- proprio come la Terra. Tuttavia Titano non è proprio un’oasi, anzi. Seppure con una composizione rocciosa, la superficie è per lo più ricoperta di ghiaccio ed i bacini liquidi in superficie non contengono acqua, bensì metano. Inoltre l’atmosfera è piuttosto densa: nuvole di metano alleggiano nell’aria e una fitta nebbia di azoto avvolge la luna. 

Titano avvolto dalle nebbie visto con Cassini. 30 Gennaio 2012. NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

E’ proprio per questo che storicamente è sempre stata una sfida riuscire ad osservare e studiare la superficie di questa luna del sistema saturniano. La foschia di Titano impediva l’investigazione della superficie del satellite con telescopi e tecnologie da terra.

Perciò grazie alla missione spaziale Cassini-Huygens del 2004 dotata di un veicolo d’atterraggio, è stato possible scoprire vulcani ghiacciati, meglio conosciuti come criovulcani, e la presenza di acqua in profondità .


Tuttavia alcuni processi che avvengono su Titano rimangono un mistero, anche dopo gli studi a seguito della missione spaziale. Esempi di queste domande ancora senza risposta includono: come si forma il metano nell’atmosfera di questa luna? Qual è l’età geologica della superficie? Ossia, quanti hanno i vari crateri osservati tramite tecnologie radar con Cassini? Quanto profondi sono gli oceani presenti all’interno della luna saturniana? I criovulcani sono attivi, o lo sono stati in passato? E tante altre domande ancora! 

La superficie di Titano vista da Huygens. 14 Gennaio 2005. ESA/NASA/JPL/University of Arizona

Dunque, potrebbe essere noto al lettore che il nuovo osservatorio spaziale James Webb Space Telescope (JWST), è stato lanciato quasi un anno fa, il 25 Dicembre 2021. Gli obiettivi scientifici di questo telescopio spaziano dalla cosmologia e studio delle prime galassie nell’Universo, allo studio dei pianeti al di fuori del Sistema Solare. Questo non preclude però lo studio dei misteri nel nostro Sistema.

Infatti lo scorso 5 Novembre, JWST ha osservato Titano, catturando immagini incredibili mai viste prima e soprattutto, dando la possibilità di studiare questa luna dalle caratteristiche terrestri.


Grazie alla tecnologia a raggi infrarossi della Near-Infrared Camera (NIRCam) su JWST, è stato possibile vedere oltre le fitte nebbie che avvolgono Titano. Un po’ come quando si devono fare degli esami dei raggi dal medico a seguito di una frattura, per esempio: non occorre essere operati in sala chirurgica per vedere la condizione delle ossa, ma semplicemente si possono utilizzare tecnologie per vedere la struttura interna dall’esterno del corpo umano. 

 Osservazione di Titano con JWST. 5 Novembre 2022. NASA, ESA, CSA, Webb Titan GTO Team

Le immagini riportano osservazioni del Kraken Mare, il mare più grande sulla luna, e delle nuvole soprastanti. Infatti, grazie a NIRCam, è possibile osservare i movimenti meterologici dell’atmosfera, come le nuvole. Prima di quest’osservazione alcuni modelli avevano predetto che le nuvole si potrebbero formare quando la superficie è scaldata dal Sole, durante l’estate nell’emisfero nord.


Dunque ora gli scienziati potranno analizzare questi nuovi dati, studiando le diverse stagioni sui due poli nord e sud, nella speranza di capire meglio i meccanismi che governano la composizione di Titano.

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