Se chiedeste a un astronomo quali sono state le missioni più importanti per lo studio della nostra galassia negli ultimi decenni, Gaia sarebbe certamente una delle prime a essere nominata.
Lanciato nel dicembre 2013, il satellite Gaia ha iniziato la sua missione di esplorazione con l’obiettivo di creare una mappa della nostra galassia. Il satellite ha scandagliato l’intera volta celeste, raccogliendo informazioni su posizioni, distanze, moti e composizione chimica di miliardi di stelle. Dopo dieci anni di esplorazione, la missione si sta avviando verso la conclusione: il 15 gennaio 2025 Gaia ha effettuato la sua ultima osservazione scientifica, sebbene il lavoro di analisi dei dati continuerà per molti anni.
I risultati di Gaia sono incredibili, e hanno permesso di rispondere a domande fondamentali sulla Via Lattea e sull’universo circostante.
Tra i principali traguardi scientifici raggiunti, Gaia ha fornito una visione incredibilmente dettagliata della struttura della nostra galassia
Ha rivelato la presenza di quattro bracci a spirale e ha permesso di studiare in profondità la struttura della barra centrale della galassia. Ma non solo: grazie ai dati di Gaia, è stato scoperto che l’alone della Via Lattea non è sferico, come si pensava in precedenza, ma allungato e deformato come una palla da rugby che è stata appena colpita. I dati della missione potrebbero permetterci di creare una vera e propria mappa tridimensionale della nostra Galassia.
Con una precisione senza precedenti, Gaia ha misurato le posizioni e i moti delle stelle, portando a una comprensione più profonda dell’evoluzione della Via Lattea.
Un altro contributo fondamentale di Gaia riguarda la storia della nostra galassia. I dati hanno svelato che la Via Lattea ha subito numerosi eventi di fusione con altre galassie più piccole nel corso del tempo. In particolare, Gaia ha identificato l’esistenza di Gaia-Enceladus, una galassia che si è fusa con la nostra circa 10 miliardi di anni fa. Altri esempi di fusione sono quello con le galassie nane Sequoia e Sagittario, che hanno avuto un impatto significativo sulla formazione delle stelle nella nostra galassia.
Gaia ha anche fatto scoperte straordinarie riguardo agli oggetti più misteriosi dell'universo, come i buchi neri. La missione ha permesso di identificare i buchi neri più vicini alla Terra: Gaia BH1 e Gaia BH2, situati rispettivamente a 1560 e 3800 anni luce da noi. Inoltre, Gaia ha mappato la posizione di circa 1,3 milioni di quasar, nuclei galattici luminosi e attivi alimentati da buchi neri supermassicci.
Per quanto la missione principale fosse incentrata sullo studio delle stelle della galassia, un altro importante risultato di Gaia riguarda la ricerca di esopianeti, cioè pianeti al di fuori del Sistema Solare. Grazie all'astrometria, Gaia è riuscita a rilevare le piccole oscillazioni delle stelle causate dalla presenza di pianeti orbitanti. Questo aprirà la strada alla scoperta di migliaia di nuovi esopianeti nei prossimi anni.
La missione sta per giungere al termine, ma l’eredità di Gaia vivrà ancora per molti anni. Il 27 marzo 2025 il satellite verrà spostato in un’orbita attorno al Sole e definitivamente spento. I dati raccolti però continueranno a essere analizzati. La comunità scientifica prevede che ulteriori scoperte emergeranno nei prossimi anni, grazie alle future pubblicazioni dei dati, come la quarta pubblicazione (chiamata DR4) prevista per il 2026.
Questi dati costituiscono una risorsa fondamentale per la ricerca astronomica, che continuerà a utilizzare le informazioni di Gaia per esplorare nuovi angoli dell’universo, studiare la storia della Via Lattea, e persino scoprire nuovi oggetti esotici.
Mentre Gaia si prepara ad andare in pensione, la sua missione ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra comprensione dell'universo. Le scoperte fatte finora hanno cambiato il nostro modo di vedere la galassia e il cosmo, e le sue preziose informazioni guideranno gli astronomi nelle scoperte future.
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