"Space manufacturing in-situ" è il nome del progetto ideato in Sardegna che prevede il trasferimento di macchinari sulla superfice del pianeta rosso, al fine di realizzare strutture e manufatti in loco, utilizzando le risorse proprie del suolo marziano.
In collaborazione con il Distretto AeroSpaziale della Sardegna (Dass), capofila del progetto finanziato dal Ministero dell'università e della ricerca con quattro milioni di euro, partecipa il Centro di ricerca, sviluppo studi superiori in Sardegna (Crs4), l’Università di Cagliari, il Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), il Consorzio Ali, le aziende Avio e Lead Tech.
Il brevetto del progetto, di proprietà integrale del DASS, riguarda esattamente il processo di realizzazione di elementi strutturali necessari per la produzione in loco di manufatti a supporto di futuri insediamenti su Marte; la concessione dello stesso risale a ben dieci anni fa, a partire dall’Europa con estensione a Stati Uniti, Cina, Giappone e India. Si tratta di un brevetto di grande considerazione anche nell'ambito dell'Isecg, l'International space exploration and coordination group, che raggruppa tutte le principali agenzie spaziali mondiali.
“Space manufacturing in-situ”, presentato ufficialmente a Roma il 5 luglio da Giacomo CAO - Presidente DASS, è solo una parte del grande progetto che riguarda l’esplorazione di Marte; esso rientra, infatti, nell’ambito della proposta "Small mission to Mars", di ben più ampio respiro (circa 250 milioni di euro) e già all'attenzione del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) e dell'Agenzia spaziale italiana (ASI).
SMS (Small Mission to Mars) è una proposta che vedrà una partecipazione interamente italiana, sia da lato della progettazione che della realizzazione, il cui obiettivo è una missione che invii una sonda su Marte entro il 2031, attraverso l’implementazione di tecnologia avanzata interamente sovrana. Un progetto a coordinamento scientifico del DASS e tecnologico del Cira, con una partnership allargata e che prevede il coinvolgimento italiano anche per il lancio della sonda, tramite Avio, l’azienda sviluppatrice dei lanciatori della famiglia Vega.
La Sardegna si fa dunque sempre più vicina al pianeta rosso e punta in alto, nel paradigma aerospaziale "upstream", con un coinvolgimento tutto italiano.
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